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Domenica delle Palme – fra religione e tradizione

La Domenica delle Palme è una ricorrenza molto importante nel mondo dei fedeli della religione cattolica, ortodossa ed anche di alcune chiese protestanti; è così che si festeggia l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.

 

La Domenica delle Palme segna l’inizio della settimana Santa, quella che conduce alla più importante festività del calendario cristiano; la celebrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.

In questo giorno si celebra il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asinello mentre la folla lo acclama agitando rami di palma. I fedeli, preparati sull’arrivo di Gesù, iniziarono a tagliare rami di alberi lì attorno per poi distribuirli e agitarli in modo festoso per l’arrivo del Messia.

Cenni storici

domenica-delle-palme-pasqua-in3clicktvLa Domenica delle Palme, festività cristiana del periodo Pasquale, ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, dove una vasta folla lo acclama come Re accogliendolo con foglie di palme, fronde e rami fioriti presi dai vicini campi.

Questa festa tradizionale è strettamente legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot, o festa delle capanne, dove si ricorda la salita dei fedeli al tempio di Gerusalemme, dove si recavano in pellegrinaggio portando con se rami intrecciati di palme, mirto e salice. Questi avevano un preciso significato e un nome, “lulav“.
Questo mazzetto, era composto dai rami di tre alberi: la palma, a simboleggiare la fede; il mirto, che simboleggiava la preghiera; il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio. Questi venivano legati insieme con un filo d’erba e a volte uniti ad un cedro (o una specie simile) chiamato “etrog“, o “frutto buono“.

Nei quattro Vangeli si parla dell’evento in maniera differente, e solo in quello di Giovanni si menzionano le palme, al contrario degli altri tre dove si parla di rami o fronde.
La storia narra anche che Gesù in questa occasione non arrivò seduto a cavallo come si usava per un Re, ma su un asina coperta da mantelli: questo come simbolo di umiltà e pacatezza. Furono due discepoli che, una volta vicini a Gerusalemme, furono mandati da lui a prelevare l’animale come era scritto e annunciato tempo prima dal profeta Zaccaria (Zaccaria 9.9: Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma).

Date e riferimenti

Essendo legata alla Pasqua, la Domenica delle Palme ha una rdata variabile ed è per questo che viene fissata di anno in anno per via dell’equinozio di Primavera, infatti si basa sulla prima luna piena successiva al 21 Marzo.

Curiosità

domenica-delle-palme-chiesa-ortodossa-tradizioni-in3clicktvSapevi che gli ortodossi festeggiano la Pasqua in una data diversa rispetto ai cristiani? La Pasqua ortodossa non segue il calendario gregoriano bensì quello giuliano e così come per Natale anche per la domenica delle Palme e per la Pasqua le date non coincidono mai.

La Pasqua ortodossa viene preceduta da un periodo di sei settimane di quaresima e da altre due domeniche di digiuno. La preparazione inizia il mercoledì santo con le prime celebrazioni e a seguire il giovedì santo si commemora l‘Ultima Cena. Il giovedì santo infatti è dedicato alla preparazione delle uova colorate.

Settimana Santa

E’ proprio dalla Domenica delle Palme a Pasqua che si celebra la Settimana Santa. Sono sette giorni dedicati alla preghiera, al digiuno e alle processioni tradizionali che culminano nella santa Pasqua, giorno di resurrezione e di festa. La morte e la successiva resurrezione di Gesù sono i momenti più importanti e significativi dal punto di vista spirituale e per il percorso di fede di ciascun credente.

Attraverso l’atto della morte e della resurrezione, Gesù dimostra la propria divinità attraverso la sua sofferenza, il cammino verso la speranza della salvezza e della vita eterna.

Il lunedì è dedicato all’amicizia, sentimento importante per Gesù, amava circondarsi di amici e trascorrere il tempo insieme. Il martedì inizia in Gesù a farsi più chiara la consapevolezza del tradimento, infatti nel Vangelo vi è un passo che racconta proprio di questo episodio:

“In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.” (Gv 13,21-25)

Il mercoledì ricordiamo il vero e proprio tradimento di Giuda, recatosi dai sacerdoti per vendere Gesù. Il giovedì Santo è l’ultimo giorno di Quaresima ma anche il primo Triduo Pasquale che comincia con la messa in cena domini e termina con la Pasqua. Questi tre giorni rappresentano: istituzione dell’eucaristia, la passione, la morte, la discesa agli inferi e la resurrezione. 

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Il venerdì santo prevede l’astinenza della carne per i fedeli e il digiuno ecclesiastico, si tratta dell’ultimo atto di penitenza da parte dei fedeli per preparare il ritorno di Cristo e la liberazione dalla morte.

Il sabato è rappresentato dalla discesa di Gesù negli inferi. E’ una giornata dedicata al silenzio, alle preghiere poichè tutti i fedeli sono in attesa della Resurrezione che avrà inizio durante la veglia pasquale, dopo il tramonto.

Infine, durante la domenica di Resurrezione, si conclude così la settimana santa a partire dalla domenica delle Palme fino alla domenica di Pasqua. Finalmente, Gesù è risorto, il miracolo è avvenuto. 

Il culto delle Palme

Durante la domenica delle palme e spesso nei giorni antecedenti si possono trovare tantissimi artigiani a preparare sia per vendita che per donazione delle artistiche palme intrecciate.
Queste hanno una lunga e suggestiva storia di tradizione artigianale e popolare, in uso da diversi popoli mediterranei (in Calabria, in Sicilia, in Sardegna, in Libia) che utilizzavano già da prima foglie di palma essiccate e intrecciate per produrre oggetti utili alla vita quotidiana.

(Leggi anche: casatiello napoletano – la ricetta di Pasqua)

La tradizione della Domenica delle Palme di portare in dono rami di palma ha radici antiche tra storia e leggenda, e viene magnificata durante la giornata della Domenica delle Palme, Domenica che precede quella di Pasqua.
Il rito della palma intrecciata è spesso in mano ad abili artigiani, che dalla loro maestria riescono a generare veri e propri capolavori: è comune che riescano, partendo da una semplice foglia di palma a generare forme varie e complesse.
Fra le più ambite, a ricordare i riti della Passione e della Settimana Santa, troviamo il pesce (simbolo di Gesù Salvatore dell’uomo), la Croce, la pigna segno di abbondanza (della grazia) e la spiga che allude rito della divisione del pane nell’ultima cena.

Sulla palma possiamo ritrovare credenze popolari diverse da quella legata alla Domenica delle Palme e alla Pasqua, come ad esempio nella tradizione Sarda dove i ramoscelli di palma e di ulivo benedetti acquistano la virtù di difendere la persona e le cose dalle insidie del demonio. Per questo motivo, è usanza il voler conservare le palme intrecciate e benedette oltre la domenica a loro dedicata in luogo predestinato della casa.
Le palme tradizionalmente vengono anche regalate come buon auspicio di pace o contro mali fisici e interiori, e a Santa Giusta il popolare posizionamento della treccia di palma a protezione dei fassonis (antiche imbarcazioni da pesca costruite con le canne).

Da tutto ciò ne deriva che per non violarne la sacralità, dalla Liguria alla Sardegna, i fedeli evitano che le palme intrecciate e benedette vengano poi buttate: tradizione vuole che dopo la benedizione della Domenica delle Palme siano bruciate e spesso in alcuni luoghi diventano le Ceneri per l’inizio della successiva Quaresima.

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Daniela Gandrabur

Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia.

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