Scienza e Tecnologia

Social Network – Dipendenza nel web. Esiste realmente?

Tutte le novità destabilizzano, variazioni alla nostra quotidianità tendono a sconvolgerci e a preoccuparci. Alcuni di noi rifiutano e provano a restare ancorati al passato cercando di ignorare le evoluzioni, altri invece

si tuffano a capofitto nelle esasperazioni portate da ciò che significa vivere una società moderna. Ovviamente le novità possono essere positive e negative, affrontare la quotidianità con accelerazione verso nuovi stimoli e nuovi punti di vista porta l’uomo a migliorarsi e ad evolversi. Certo è diverso se nella nostra quotidianità dobbiamo accettare l’intervento di agenti nuovi ma negativi, che ci sconvolgono e ci trovano impreparati. La nostra società è caratterizzata dalla ricerca costante del piacere, fisico, intellettuale, estetico e gustativo. Il piacere, in tutte le sue forme, ci perseguita, a tal punto da essere promotore delle più disparate delle nostre azioni: amiamo per il piacere, ci nutriamo per il piacere, ci leghiamo alle cose per il piacere. Il legame con oggetti, persone e sostanze può divenire più intenso e la ricerca del piacere stesso può portarci verso quella che viene definita, sia comunemente che tecnicamente, dipendenza.

Siamo abituati a confrontarci con la dipendenza da sostanze stupefacenti e a viverla in maniera negativa, ma quali sono davvero tutte le “sostanze” da cui dipendiamo? Siamo sicuri che la percezione di queste dipendenze in maniera negativa non sia strettamente legata agli effetti che queste dipendenze hanno sulla nostra quotidianità? Sappiamo davvero resistere ad una torta al cioccolato? In quanti sentono il bisogno di acquistare un nuovo paio di scarpe? Avete mai provato il piacere di vincere al Bingo? Ogni quanto controllate le notifiche sui social network? Cibo, shopping, gioco d’azzardo e internet sono classificate come nuove dipendenze.nuove dipendenze
Studi scientifici dimostrano che queste pratiche, i cui risvolti appaiono, almeno superficialmente, del tutto innocui per la salute delle persone, sono in grado di attivare risposte fisiologiche a livello del sistema nervoso centrale molto simili a quelle riscontrate in persone che abusano di sostanze stupefacenti. Preoccupante? Dipende da come vogliamo porci nei confronti di tutte le dipendenze.
Recentemente sui media nazionali ha fatto scalpore la notizia che una studentessa di 17 anni, accusata dell’assassinio della madre, che con premeditazione e freddezza, avrebbe risolto il divieto categorico dell’utilizzo del telefono cellulare e soprattutto del computer, proprio con l’omicidio. Senza entrare nelle specifiche del caso, che presupporrebbero competenze e analisi di cui non vogliamo e non disponiamo, resta l’analisi generale della presunta problematica e della reazione che comporta nella società. Ovvero: possono abitudini così radicate nella nostra quotidianità generare reazioni così estreme? Ovviamente non esiste la diretta proporzionalità tra causa ed effetto, quindi non tutti gli adolescenti che usano i social network sono affetti da una dipendenza che sfocia in violenza.

Assistiamo ad un pressante impoverimento emotivo e affettivo.

Ciò che probabilmente tende a generare assuefazione e attaccamento morboso nei confronti dei social deriva da una mancanza di comunicazione nelle altre sfere comunicative.

Sentirsi parte di una comunità e attraverso questa costruirsi un’identità, può sembrare più semplice se fatto da casa, utilizzando il mezzo protettivo dei social, che spesso viene usato come pillola di immunità da quelle delusioni sociali che attanagliano spesso gli adolescenti, ma che sono riscontrabili anche nelle altre fasce di età. La scelta stessa, da parte dei genitori, di scegliere la privazione del mezzo come punizione, rileva l’immensa importanza che internet e i suoi sbocchi comunicativi hanno assunto nella nostra quotidianità, quasi a farli diventare necessari e indispensabili.
L’utilizzo di siti web di social media è tra le attività più comuni dei bambini e degli adolescenti di oggi. Tali siti offrono ai giovani di oggi un portale per l’intrattenimento e la comunicazione e sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni. Nel corso degli ultimi 5 anni, il numero dei giovanissimi che utilizzano tali siti è aumentato drammaticamente. Secondo un recente sondaggio, Il 22% degli adolescenti controlla siti di social networking più di 10 volte al giorno, il 28% hanno condiviso informazioni personali che normalmente non avrebbero condiviso in pubblico, il 25% ha condiviso un profilo con una falsa identità e Il 26% ha fatto finta di essere qualcun altro. Il 75% degli adolescenti possiede un proprio telefono cellulare e lo utilizza per i social media, per mandare SMS e messaggi istantanei. Questi dati ci dicono che gran parte dello sviluppo sociale ed emotivo di questa generazione, ma non solo, è in corso, su Internet e sui telefoni cellulari.dipendenza-smartphone
Mancata autoregolazione ed elevata sensibilità sono alla base del meccanismo di instaurazione delle dipendenze, e dipendono da una iperfunzionalità del sistema limbico, area del cervello deputata al controllo emotivo, a discapito di una ipofunzionalità corticale, area che coordina gli stati motivazionali e organizzativi degli individui. L’utilizzo esagerato di social network induce spesso i soggetti giovanissimi e non, a distaccarsi da altri tipi di contatti, l’isolamento e queste mancanze sono elementi ampiamente studiati che pongono le basi per massicce predisposizioni per l’instaurarsi delle dipendenze, appare così estremamente sinergica l’azione a livello centrale di più componenti che predisporrebbero solide condizioni fisiologiche per far si che si manifesti una vulnerabilità rispetto all’utilizzo sfrenato dei social su Internet.
Da ciò ne consegue che la dipendenza da social condivide un quadro eziologico sottostante comune con le altre dipendenze, quindi il fenomeno appare degno di considerazione, considerando gli effetti potenzialmente negativi di tutte le dipendenze. La letteratura scientifica contemporanea sta ancora affrontando le diverse peculiarità della dipendenza da social network e Internet. Ulteriori studi potrebbero fornire nuovi strumenti per un utilizzo migliore di questo preziosissimo mezzo di comunicazione.

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Valeria Lallai

Ciao, sono Valeria, Neuropsicobiologa di formazione, sono molto curiosa e per questo scriverò di tutto un po', senza mai trascurare il punto di vista scientifico, per me indispensabile per adattarsi e vivere meglio il mondo!

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