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60 anni dell’unione europea: tra retorica e burocrazia

60 anni dell'unione europea in piazza a roma

60 anni dell’unione europea – La firma di questo nuovo documento che dovrebbe vedere un rinnovamento della Comunità Europea si è svolto sotto l’oscuramento per la presenza del Papa a Milano che ha sovrastato la scena.

D’altra parte vedendo con obiettività lo svolgimento delle manifestazioni, bisogna pur dire che non ha certo  entusiasmato la celebrazione di sabato, a Roma, per i 60 anni dell’Unione Europea. Diciamo che vi sono ancora troppe divisioni  tra e all’interno dei singoli Paesi; troppa burocrazia e sempre meno democrazia; eccessiva supremazia data ai mercati, ignorando drammatiche diseguaglianze, sono fatti evidenti. Come la mancanza di spirito comunitario e di  integrazione economico-sociale e politica. Tutto questo alimenta il veleno di un populismo  che non risolve i problemi, ma li aggrava e rischia di distruggere anche quel sottile filo che ancora lega i paesi europei e  può diventare solida catena se si correggono gli errori commessi e si torna a quell’Europa unita che disegnarono i nostri padri: gli Schumann, i De Gasperi, gli Adenauer e gli autori del Manifesto di Ventotene (Alterio Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann) per un’”Europa libera ed unita”.

60-anni-dell'unione-europea-papa-francesco a milanoNon è un caso che associazioni, movimenti, esponenti di organismi economici e sindacali, intellettuali di varie nazioni abbiamo organizzato due significative manifestazioni, che, per fortuna non hanno creato quei problemi di ordine pubblico che erano stati paventati, nella una “marcia per l’Europa Unita” svolta in coincidenza della celebrazione dei 60 anni dell’unione europea. L’obiettivo – come ha scritto Pier Virgilio Dastoli, ex-collaboratore  di Spinelli, ex-responsabile dell’Ufficio  della Commissione Europea in Italia ed oggi battagliero  presidente  del Consiglio Italiano del Movimento Europeo – è “scrivere insieme un Patto per una nuova Europa – la nostra Europa – che faccia cadere i muri, superi le diseguaglianze, garantisca il diritto di avere diritti, crei una vera cittadinanza europea”. Spiega, inoltre, Dastoli che “l’Europa deve essere terra di diritti, giustizia,uguaglianza, welfare, lavoro, cultura, innovazione, accoglienza e promozione di sviluppo sostenibile”. E, per questo, “non serve un’unione a più lentezze”, ma “più democrazia “, chiaro riferimento quell’Europa a due velocità proposta dalla Germania e tale da  provocare una dura reazione dei Paesi dell’est europeo.
La migliore risposta che si possa dare sia ai risorgenti nazionalismi ed al burocratismo di Bruxelles, sia  ai partiti populisti estremisti che, spesso, rievocano un drammatico  passato razzista e xenofobo. La manifestazione romana della firma in Campidoglio e marcia svoltasi pacificamente, vorrebbero dimostrare, che esiste un popolo europeo che vuole una vera unità continentale sulla base di quel che i nostri padri indicarono, ricostruendo i propri Paesi dalle macerie di una guerra fratricida e ponendo le basi per una pace europea che dura, per fortuna, da lungo tempo.

60-anni-dell'unione-europea-burocraziaLa speranza e che  i governanti, riuniti sabato a Roma, abbiano compreso che questo popolo è ancora maggioranza ed è il vero ed ultimo ostacolo ai populismi che tanto temono. L’auspicio è che la celebrazione di questo evento faccia uscire dalla solita retorica per affrontare i problemi nella loro reale sostanza e restituire speranza e futuro a molti milioni di donne ed uomini che vorrebbero sentirsi, davvero, cittadini europei senza, ovviamente, rinunciare alle loro identità culturali che trovano espressione nelle comuni radici cristiane citate persino da Vladimir Putin.

Tutti i 27 firmatari di questo nuovo documento, riuniti per i 60 anni dell’unione europea, lo avranno capito? Ho  più di un dubbio, ma talvolta anche i “miracoli civili” si verificano. Non ci resta che augurarcelo.

Fonte: Giustus’ Blog

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