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5G si avvicina…ci pensa il Giappone

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Nonostante in Italia il 4G non sia ancora nelle mani di tutti, in Giappone già si pensa al futuro con il 5G.

Huawei e NTT DOCOMO – il principale operatore telefonico Giapponese – hanno condotto, per la prima volta al mondo, un test 5G su larga scala. Il test è stato effettuato utilizzando 24 dispositivi connessi in contemporanea in ambiente macrocell, utilizzando una banda di frequenza sub-6 GHz.

Nonostante altri test fossero già stati condotti in precedenza sia da Nokia che da Samsung, quest’ultimo test risulta essere molto più realistico. I precedenti, infatti, erano stati eseguiti in condizioni ottimali, utilizzando delle frequenze superiori ai 6GHz, che richiederebbero delle infrastrutture diverse da quelle utilizzate attualmente. Modern communication technology illustration with smartphones an
I risultati ottenuti a Chengdu (la città cinese nella quale è stato svolto il test), sono stati davvero promettenti. La velocità media in download è stata di 1.34 Gbps, mentre il picco massimo raggiunto è stato di ben 3.6 Gbps. Un bel passo avanti se consideriamo che in Italia l’operatore più rapido risulta essere 3 con 23 Mbps in download, utilizzando il 4G LTE.

Ma ciò non significa che siamo noi indietro rispetto al resto del mondo. Ci troviamo, infatti, in diciottesima posizione per quanto riguarda la velocità di connessione (al primo c’è la Nuova Zelanda con 36 Mbps). Quindi, basandoci su questi dati, possiamo capire quanto effettivamente sarà netta la differenze tra la quarta e la quinta generazione di connessioni mobili.

In ogni caso, il traguardo per il 5G è ancora lontano. Perché, stando all’International Telecommunication Union, la velocità raggiungibile sarà addirittura di 20 Gbps (seppur teorica).

Ma quanto dovremo aspettare per dire “addio” al 4G? Non molto in realtà. Infatti, la commercializzazione del 5G è stata annunciata già per il 2020.

L’avvento della quinta generazione di connessioni mobili porterà per certo molte innovazioni. Ma potendo scaricare una così grande quantità di dati in così breve tempo, una domanda sorge spontanea; quanto ci costerà, una volta giunto in Italia, poter usufruire di questo nuovo servizio?

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